"Le cose buone capitano solo se sono state pianificate; le cose cattive capitano da sole " (PHILIP B. CROSBY)

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mercoledì 30 dicembre 2009

Formazione e promozione al centro della strategia del Ministero

La strategia del Ministero del Lavoro per contrastare il fenomeno infortunistico sul lavoro punta molto sulla formazione e sulla promozione. Diffondere la cultura della sicurezza è, infatti, la chiave per sviluppare la sensibilità sulla materia e rafforzare l'abitudine alla prevenzione. È con questo obiettivo che il Ministero sta attivando ogni possibile sinergia con soggetti pubblici e privati, che collaborino a rendere le sue azioni il più possibile efficaci. Un'attenzione particolare è riservata alle giovani generazioni, per un investimento che duri per la vita: il futuro occupazionale e previdenziale dei giovani si costruisce qui, lavorando sulla qualità del sistema educativo e sul quel gioco di anticipo che consenta, attraverso un effettivo raccordo tra scuola e impresa, un tempestivo ingresso nel mercato del lavoro. Ma anche sensibilizzando il sistema produttivo sull'importanza culturale e di prospettiva dell'accettazione delle generazioni in fase di apprendimento all'interno delle proprie strutture, per valorizzare al massimo la capacità formativa dell'impresa.

LA RIFORMA DEL LIBRO BIANCO
Il Libro Bianco pone l'apprendimento al centro della strategia per lo sviluppo e l'autosufficienza della persona in rapporto al lavoro. Il continuo aggiornamento, in tutti gli stadi della vita, è considerato indispensabile per rimanere al passo con i mutamenti dell’economia, in un mercato del lavoro in cui la natura delle occupazioni cambia velocemente, alcune scompaiono, addirittura, altre si creano. Il Ministero punta, dunque, su tre linee di riforma del tradizionale sistema di Formazione, per migliorare radicalmente il rapporto tra la spesa e la resa in termini di effettiva capacità di incremento delle competenze. In primo luogo, il lavoro deve essere considerato parte essenziale di tutto il percorso educativo di una persona. In secondo luogo, l'impresa, l'ambiente produttivo, appaiono il contesto più idoneo per lo sviluppo delle professionalità. La certificazione formale, infine, deve interessare la reale verifica delle conoscenze, delle competenze e delle esperienze di un lavoratore, a prescindere dai corsi frequentati, che possono al più costituire mezzo e non prova per la loro acquisizione. L'attenzione va spostata dalle procedure ai risultati e, prima ancora, al destinatario. Piuttosto che concentrarsi sui fattori formali e burocratici dei percorsi formativi (durata, procedure,istituzioni e metodi pedagogici che portano a una qualifica), bisogna concentrarsi sulle conoscenze, competenze o abilità che la persona ha acquisito ed è in grado di dimostrare. I sistemi di istruzione e formazione devono adattarsi ai bisogni individuali, rafforzare l'integrazione con il mercato del lavoro, rendere trasparenti e mobili le qualifiche, migliorare il riconoscimento dell'apprendimento non-formale e anche di quello informale. Centrale è anche il valore educativo e formativo del lavoro, in tutte le sue forme e declinazioni, che si esalta attraverso un'integrazione sostanziale tra i sistemi educativi e formativi e il mercato del lavoro, valorizzando modelli di apprendimento in assetto lavorativo (come il contratto di apprendistato) che possono consentire, non soltanto l'apprendimento di un mestiere, ma anche l'acquisizione di titoli di studio di livello secondario o terziario compresi i dottorati di ricerca.

I FONDI PER CAMPAGNE E ATTIVITÀ FORMATIVE
È nell'ottica di favorire l'educazione alla sicurezza sul lavoro che si colloca lo stanziamento di fondi per campagne di comunicazione e attività di formazione su base regionale: in totale sono stati erogati 50 milioni nel 2008 e nel 2009 le somme destinate alle attività promozionali, quali individuate dalle vigenti disposizioni di bilancio, ammontano a oltre 38 milioni. Per l'anno scorso, sono stati definiti, con un Accordo in Conferenza Stato-Regioni (20 novembre 2008), i criteri di impiego e l'attivazione delle somme (stanziate con l'articolo 11,
comma 7, del Testo Unico) da destinare per attività promozionali della salute e sicurezza sul lavoro: in particolare, 20 milioni sono stati riservati alla campagna di comunicazione e 30 milioni alle attività di formazione nelle regioni. A ciascuna regione, perciò, è stato chiesto, per ottenere l'erogazione del dovuto da
parte del Ministero del Lavoro, la presentazione di un programma di attività formative coerenti con i contenuti dell'Accordo e si è già provveduto a erogare i finanziamenti. Per quanto riguarda, invece, l'anno in corso, è stata predisposta la prima bozza del decreto interministeriale (previsto sempre dall'articolo 11, comma 2) con il quale verranno ripartiti i finanziamenti per attività promozionali in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Le iniziative dovranno rientrare nelle seguenti casistiche: progetti di investimento in materia di salute e sicurezza per le piccole e medie imprese; finanziamento di progetti formativi in materia; finanziamento di attività di istituti scolastici, universitari e di formazione dirette a inserire nei rispettivi programmi il tema della salute e sicurezza sul lavoro. Il documento è stato oggetto di discussione con le Regioni e le parti sociali nell'ambito della Commissione consultiva per la salute e sicurezza sul lavoro, nelle riunioni di giugno e luglio, ottenendo formalmente il parere favorevole da parte dei Ministeri dell'Economia e delle finanze e della Pubblica istruzione. Pertanto, il documento sta per essere inviato alla Conferenza Stato-Regioni per il prescritto parere. L'intenzione del Ministero è anche quella di rendere organiche le attività in materia di salute e sicurezza sul lavoro che si svolgono sul territorio nazionale. Sempre nel rispetto delle competenze regionali, opera allo scopo di uniformare gli indirizzi delle attività e di renderle coerenti con lo spirito del Testo Unico una Commissione consultiva (prevista dall'articolo 6 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, con D.M. 3 dicembre 2008, B.U. Ministero del Lavoro n. 12 del 22 dicembre 2008). La Commissione si è insediata il 17 marzo scorso e ha svolto numerose riunioni, l'ultima delle quali il 7 ottobre.


A SCUOLA DI SICUREZZA
Va in questa direzione anche il Protocollo presentato a fine luglio congiuntamente con il Ministero dell'Istruzione e l'Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro). L'obiettivo dell'intesa è quello di creare un collegamento più stretto tra scuola e mondo del lavoro: dal prossimo anno scolastico, infatti, gli studenti riceveranno visite periodiche di esperti della sicurezza sul lavoro e assisteranno a simulazioni aziendali attraverso le quali mettere in pratica quanto imparato su prevenzione e sicurezza. I livelli di scuola coinvolti saranno principalmente quelli frequentati dagli undici anni in poi, anche se il Ministro Maria Stella Gelmini non ha escluso l'estensione del progetto alle classi elementari. Secondo il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, l'iniziativa "servirà a realizzare l'inserimento nei programmi educativi scolastici del tema della salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, permettendo agli studenti di acquisire elementi conoscitivi per diffondere la cultura della prevenzione". In effetti, il Protocollo si basa sulla consapevolezza che la promozione della cultura della sicurezza e della salute negli ambienti di vita, studio e lavoro deve essere un'attività indirizzata prioritariamente ai giovani - cittadini e lavoratori di domani e punta su azioni concrete per informare, educare e responsabilizzare le nuove generazioni. Viene riconosciuta l'importanza di creare un collegamento stabile tra la scuola e il mondo del lavoro, al fine di promuovere e sostenere lo sviluppo e la diffusione della cultura della prevenzione negli ambienti di vita, studio e lavoro, ma anche di orientare e sostenere scelte professionali indirizzate all'acquisizione delle conoscenze tecniche e specialistiche adeguate sulle specifiche esigenze del mercato del lavoro. La funzione dell'educazione alla tutela della salute in quest'ottica assume un ruolo fondamentale nel complesso della programmazione didattica delle scuole dell'autonomia. Altro tassello è la ricerca che va indirizzata al miglioramento della qualità dei processi
produttivi e dell'organizzazione del lavoro in stretto collegamento con le azioni in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Va di pari passo l'opportunità di attivare una forte interazione in cui, per i rispettivi ambiti, si operi in parallelo, nella condivisa finalità di realizzare una rete di conoscenze in grado di contribuire
alla crescita del sistema Paese, sia in termini di sviluppo delle condizioni di concorrenza delle imprese sul mercato, coerenti con le esigenze di sicurezza e salute dei lavoratori, sia di potenziamento del ruolo della scuola e delle università nella preparazione culturale e professionale, delle future generazioni di imprenditori,
manager, dirigenti e lavoratori.

SINP: L'INFORMAZIONE PRIMA DI TUTTO
Punto di partenza imprescindibile per ogni attività di prevenzione e di diffusione della cultura della sicurezza è l'informazione. Il Ministero, perciò, punta ad attivare prontamente e pienamente il Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione (SINP) (di cui all'articolo 8 del Testo Unico), che consenta un'efficace organizzazione e circolazione di informazioni e, quindi, una migliore finalizzazione degli interventi pubblici. Il Sistema dovrà anche garantire la diffusione di dati certi e condivisi in materia di infortuni sul lavoro. Al riguardo, negli ultimi tre mesi è stata perfezionata, ai fini della sua pubblicazione, la bozza di decreto nel quale individuare le modalità di funzionamento del SINP.

LA "PATENTE" DELLE IMPRESE TERRÀ CONTO DELLE COMPETENZE
La formazione diventa, nella strategia del Governo, talmente importante che il sistema di qualificazione previsto (articolo 27 del d.lgs. n. 81/2008) per le imprese e i lavoratori autonomi gli assegna un ruolo decisivo. Infatti, si terranno in buon conto l'esperienza o le competenze e conoscenze in materia di salute e sicurezza sul lavoro, acquisite attraverso percorsi formativi mirati. La stessa procedura sarà applicata al caso delle attività in appalto, a partire dal settore edile, dove la cosiddetta patente per la verifica dell'idoneità tecnico-professionale delle aziende verrà caricata dei punti tenendo conto dell'eventuale effettuazione delle attività di formazione. L'accento sulla formazione traduce la consapevolezza che, al cuore delle politiche per la occupabilità, è necessario sviluppare ampi sistemi integrati di qualifiche, che non comprendano solo quelle legate ai percorsi formali e ai titoli di studio, ma siano sempre più in sintonia con i sistemi di inquadramento professionale e le mansioni contemplate dai contratti collettivi di lavoro. Ulteriori iniziative e progetti di formazione dedicati, invece, alle piccole e medie imprese, potranno scaturire dal tavolo di lavoro per l'attuazione delle semplificazioni burocratiche previste dell'articolo 53, comma 5. Questi progetti saranno elaborati con la partecipazione delle parti sociali e l'erogazione dei fondi ad essi destinati potrà avvenire anche per il tramite degli organismi paritetici.
Fonte: Dossier Sicurezza (Il Sole24Ore), ottobre 2009

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